Politiche Industriali per il ventunesimo secolo

di Dani Rodrik, Università di Harvard - Settembre 2004

Siamo in una fase cruciale per il pensiero economico, in cui le due posizioni da sempre agli antipodi tra chi sosteneva che lo sviluppo potesse essere guidato solo da pesanti interventi statali e chi invece credeva che la cosa migliore che lo Stato potesse fare era rinunciare a ogni pretesa di guidare l’economia, sono state smentite dai fatti. La realtà non è stata tenera verso nessuna delle due visioni.
Oggi solo in pochi continuano a credere seriamente che la pianificazione statale e l’investimento pubblico possano fungere da forza trainante per lo sviluppo economico. Anche gli economisti di sinistra mostrano un sano rispetto per il potere delle forze di mercato e dell’iniziativa privata e, al contempo, si riconosce sempre più che le società in via di sviluppo devono integrare l’iniziativa privata in un quadro di interventi pubblici in modo da favorire la riorganizzazione, la diversificazione e il dinamismo tecnologico più di quanto possano farlo le forze di mercato.

Siamo di fronte a una rara opportunità storica in cui l’ammorbidirsi delle convinzioni di ambo le parti concede un’apertura verso la creazione di un’agenda di politiche economiche che si ponga con intelligenza in posizione intermedia tra i due estremi. Alla guida di questa agenda dovrebbero esservi le forze di mercato e l’imprenditoria privata, ma anche lo Stato dovrebbe giocare un ruolo strategico e di coordinamento nella sfera produttiva.

L’obiettivo di questo studio è aiutare a elaborare un quadro per condurre una politica industriale a esprimere al massimo il proprio potenziale, contribuendo alla crescita economica e riducendo al minimo i rischi di spreco e di rent-seeking (ricerca di rendita). Per raggiungere tale obiettivo si dovrebbe guardare alla politica industriale in un’ottica diversa da quella classica, concentrandosi sul bisogno di delineare uno scenario in cui attori privati e attori pubblici si riuniscano per risolvere i problemi della sfera produttiva, in modo che ciascuno apprenda le opportunità e i limiti dell’altra parte. 

 
Ultimo aggiornamento: 07.06.2018
Condividi

Documenti Allegati